Scuola: la certezza (dell’istruzione? naaa, della pena!)

Il delirio securitario e la strategia delle paura hanno fatto sentire, quest’anno più che mai, il loro peso sugli studenti e i giovani delle scuole.

Le istituzioni e gli "educatori" (professori, dirigenti scolastici, …), che prima almeno fingevano di porsi la questione dei disagi e dell’esigenze giovanili sono passate ad un ragionamento molto più spiccio e comodo. In una follia "alla età vittoriana" chi sbaglia (si droga, ha brutti voti, fa danni, s’incazza, occupa, non studia ecc…) paga e che paga non ha un disagio sociale ma è nato criminale, e come criminale va punito perchè la scuola, si sa, deve premiare i migliori e punire i peggiori. Questa repressione pura, semplice e rivendicata come la migliore soluzione è sintomatica di una Scuola e di un "mondo adulto" che è in una incomunicabilità abissale col "mondo giovanile", in una distanza senza precedenti, di istituzioni che non ascoltano, non capiscono e non rispondono…

Il grande "Problema Della Droga Tra I Giovani" (tutto maiuscolo, eh!) prima aveva almeno una facciata di indagine sociale per cui istituzioni, genitori e professori provavano a chiedersi (in maniera sbagliata e spesso ipocrita): "Perchè?". Gli ultimi provvedimenti in fatto di sostanze stupefacenti dimostrano invece che ogni barriera è caduta. Tutte le droghe sono uguali, sono un problema, vanno distrutte. La complice è una disinformazione mediatica abnorme che è riuscita a creare il primo morto per uno spinello della storia dell’umanità sparandolo in prima pagina, per poi dimenticarsi di pubblicare i risultati dell’esame tossicologico che hanno portato alla luce che effttivamente non era uno spinello ma crack. L’abbattimento delle distinzioni legali tra sostanze stupefacenti unita all’inesistenza di un’informazione seria ha portato ad una pericolosa ambiguità tra sostanze che è causa di danni incalcolabili (come non citare Aldo Bianzino o Alberto Mercuriali).


La legge Fini-Giovanardi,
la più repressiva e antiscientifica d’Europa, oltre che pericolosa è sfacciatamente inutile, anche se i politici non sembrano accorgersene. ll rapporto annuale per il 2007 dell’International narcotics control board (Incb) segnala che in Italia c’è la più grande crescita nel consumo di cannabis dell’UE che sale di 5 punti percentuali dal 2001 al 2005 (dal 6,2% all’11,2%).

Di fronte a quest’esplosione nell’uso delle sostanze l’unica risposta che le istituzioni hanno saputo dare è stata quella di mandare i NAS (nuclei antisofisticazioni con cani antidroga) nelle scuole. Un provvedimento voluto fortemente dal ministro Livia Turco che sta costando centinaia di migliaia di euro, soldi che potrebbero essere utilizzati per una bilanciata e massiccia campagna d’informazione per la riduzione del danno derivante dall’uso di sostanze psicotrope.

Proprio in questi giorni un altro provvedimento in quest’ottica di incomunicabilità viene attuato nella provincia di Milano dove è già arrivata a molte delle famiglie con figli adolescenti la lettera con il tagliando per ritirare gratuitamente in farmacia il kit antidroga da sottoporre al pargolo, perchè ultimamente a scuola il ragazzo è un pò peggiorato e torna a casa con due occhi rossi come pomodori. La proposta è sempre piaciuta anche nel cessosinistra – pardòn centrosinistra – e Fini ha proposto di allargare la distribuzione a tutte le zone d’Italia. Un provvedimento del genere, oltre che inefficace è la dimostrazione palese e vergognosa del fallimento del ruolo educativo di un certo modello di famiglia. Genitori che vedono i propri figli tutti i giorni senza guardarli mai, che ci parlano tutte le sere senza conoscerli a tal punto da non saper affrontare un discorso franco e obbiettivo su vizi e virtù degli stupefacenti. A quando il test per scoprire se la figlia è vergine per capire se è il momento di spiegarle il giochino di pisellino, patatina e cappuccetto (bianco, rosso, lubrificato o profumato che sia)?

Inoltre kit di questo tipo vìolano la basilari regole del rapporto di fiducia genitore-figlio: se mi rubi la pipì per farla analizzare perchè non dovrei rubarti soldi per comprarmi un pò d’erba?


La distruzione della fiducia
mammà-pargoletto trova la sua più alta manifestazione nel registro elettronico che sta diventando relatà in varie città d’Italia. Grazie a questo simpatico strumento tecnolgico il genitore del 2000, attento ed esigente al suo figlio standardizzato e protetto, può essere avvisato con un SMS, ad un paio d’ore dall’orario d’entrata, se lo studente è realmente entrato in classe o se ne è andato al parco a prendere il sole, giocare a pallone o (diocenescampi!) farsi gli spinelli. Insomma quando papà è preoccupato per le scelte autonome del figlio chi può aiutarlo meglio del (grande) fratello?

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