Berlusconi ci teneva ad andare personalmente a baciare l’anello del
Papa per ribadire al pontefice "la forte comunanza di vedute" con il
Vaticano.
Di tutte le porcate di questo incontro siamo sicuri che
ne parleranno meglio e più approfonditamente altri compagn*. In quanto
media degli studenti medi (il media del medio) ci interessa fermarci su
un punto dell’incontro.
Il Presidente del Consiglio ha preso
personalmente impegno con il cardinale Bertone affinchè siano
introdotti maggiori finanziamenti (perchè se qualcuno se lo fosse
scordato già esistno) per le scuole private, che sono per la maggior
parte cattoliche.
Giusto
a titolo informativo i contributi alle scuole private pesano già oggi
nelle tasche dei contribuenti circa 1 miliardo di euro tra
finanziamenti comunali, regionali e statali. I finanziamenti sono stati
incrementati nelle ultime due finaniarie
rispettivamente di 100 milioni di € nella prima e ulteriori 50 milioni
nella seconda. In compenso sono stati tagliati 4 miliardi di euro alla scuola pubblica solo nell’ultima finanziaria.
La
cosa divertente è la definizione che Bertone ha dato di queste scuole
private, già aiutate in maniera immbrazzante dallo Stato: "scuole
pubbliche non statali". La definizione è un ossimoro geniale e,
diomiperdoni, diabolico. La Chiesa, senza ormai alcun ritegno, non
nasconde di voler sostituire e concorrere nello stato circa le "cose
secolari" ma, ciliegina sulla torta, pretende addirittura che lo Stato
la aiuti nel compito. E l’appoggio ossequioso della controparte
istituzionale rappresentata, dal signor Silvio Berlusconi, è
sintomatica di un governo che ha già rinunciato all’istruzione
pubblica, laica e gratuita. L’ultima finzianziaria ha tagliato
pesantemente i finanziamenti alla scuola (di tutti, stavolta) ma, come
per magia, si trovano i margini per fare detrazioni fiscali per quei
pii genitori che non ce la fanno proprio a mandare il pargolo nella
scuola di tutti.
Tutto questo dopo che la Corte costituzionale ha
dichiarato illeggittimi i finziamenti statali alle scuole private,
sentenza partita da un ricorso al TAR dell’Emilia Romagna di cui
avevamo già parlato qualche mese fa (trovate la sentenza delle corte di cassazione qui).